Una splendida valorizzazione del difficile e lungo scavo (2004-2006 e 2015-2016) del sito romano di Positano, confluita nell’odierno MAR – Museo Archeologico Romano Santa Maria Assunta, è stata realizzata pochi anni fa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno. Non è molto noto che l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ha colpito violentemente il versante meridionale dei Monti Lattari, coincidente con l’attuale costa d’Amalfi, distante circa 20 km in linea d’ria dal Somma-Vesuvio. Lo testimonia l’arrivo su buona parte del Golfo di Salerno di circa 2 metri di pomici ed altri prodotti piroclastici.
La villa d’otium sul lido di Positano non è stato, nel suddetto comprensorio, il solo edificio dell’epoca sepolto dall’eruzione, ma l’unico esplorato sistematicamente anche se in modo parziale. Prima investita dalla pioggia di ceneri e subito dopo da una fitta caduta di pomici che la ricoprì per quasi 2 m, la villa subì la devastante valanga di fango ed altri detriti vulcanici depositatisi sui versanti scoscesi dei Lattari. L’accumulo di tali materiali trascinato dalle acque piovane che accompagnano sempre le eruzioni verso il litorale, ingrossandosi verso il fondo valle, spinse violentemente i muri della struttura mentre il peso del tefra accumulato sui tetti fece collassare verticalmente i solai sugli ambienti sottostanti, schiacciando il mobilio e le suppellettili presenti nelle stanze. Come è stato appurato durante lo scavo, la villa era in fase di ristrutturazione e di ampliamento, come documentano le impalcature in posto, alcuni strumenti di lavoro (sega) e i blocchi tufacei utili alla realizzazione di muri in opus reticulatum. Verosimilmente si stava cercando di riparare i danni del sisma verificatosi del 62 d. C., che precedette di alcuni anni la famosa e citata eruzione.
La villa era conosciuta da tempo. Karl Weber scrive nel 1758 di strutture con affreschi e mosaici sotto la Chiesa madre Santa Maria Assunta e il campanile. Matteo della Corta ipotizza che la villa sia di Posides Claudi Caesaris, potente liberto dell’imperatore Claudio, da cui deriverebbe lo stesso nome di Positano. Le campagne di scavo hanno evidenziato la presenza di pitture di quarto stile pompeiano che decorano le pareti. Quelle del triclinium, ben conservate, sono particolarmente lussuose: colore blu e raffinatezza dei motivi sottolineano la ricchezza di questa villa marittima.
La villa è collocata in corrispondenza della Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, un luogo che rappresenta un palinsesto della storia di Positano. Al di sotto dell’attuale Oratorio e in parte della navata sinistra della chiesa superiore è presente una struttura ipogea composta da due spazi longitudinali: il maggiore di forma rettangolare con volta a botte ribassata e abside si collega attraverso tre anditi quadrati all’altro ambiente, più stretto e lungo, anch’esso voltato, concluso ad oriente da una sala quadrangolare. Sotto il perimetro della sala principale e sulle pareti degli anditi di passaggio sono allineati 69 sedili in muratura per l’essicazione dei defunti. Semplici vasche in muratura sono collocate lungo un corridoio adiacente. Il tutto potrebbe essere riferito alla sistemazione voluta dalla Confraternita del Monte dei Morti che aveva sede nel soprastante Oratorio (primo trentennio del 1700). Un altro spazio cimiteriale più antico è posto sotto la navata centrale della chiesa. Ritroviamo i sedili –colatoi addossati alle pareti su più livelli sovrapposti.
Al di sotto del presbiterio della chiesa superiore dedicata a Maria Vergine nel 1159, si trova una cripta di epoca medievale costituita da due navate coperte da volte a botte e separate da archi che scaricano su colonne di marmo, inglobate nei pilastri dell’inizio del 1700 per sostenere la grande cupola della chiesa superiore. A seguito dei lavori settecenteschi la cripta ha perso verosimilmente la sua destinazione liturgica, per svolgere solo una funzione cimiteriale.
Claude Albore Livadie
Bibliografia
AA.VV. (2017). MAR POSITANO Museo Archeologico Romano Santa Maria Assunta – La Villa d’otium, Salerno, 2017.