L’attuale conformazione di Grotta La Porta non ricorda quella di una cavità ipogea, presentandosi piuttosto come un riparo sotto roccia poco profondo e sviluppato in lunghezza. Questa si apre all’interno della parete rocciosa della piccola conca costiera denominata, appunto, La Porta, a circa 80 m s.l.m., nel territorio comunale di Positano.
Lo scavo al suo interno, eseguito nel 1956, consentì agli archeologi Antonio Mario Radmilli ed Ettore Tongiorgi di identificare per la prima volta l’esistenza di un Mesolitico italiano, fino ad allora non riconosciuto dagli esperti di preistoria. Sulla base dei dati rilevati, i due studiosi attribuirono la frequentazione del luogo a diversi momenti compresi tra la fine del Pleistocene e l’inizio dell’Olocene, coincidenti, da un punto di vista archeologico, con la fine del Paleolitico superiore e, appunto, il Mesolitico. Il modesto numero di frammenti ossei recuperati permise di stabilire che le pratiche venatorie degli antichi gruppi umani erano rivolte prevalentemente a specie quali lo stambecco ed il cinghiale, mentre la massiccia presenza di molluschi marini e terrestri era dovuta a raccolte in ambienti sia marini che montani.
I materiali rinvenuti nello scavo condotto nel 1956 nella Grotta La Porta di Positano sono attualmente in parte dispersi. Risultano confluiti presso il Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma e presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Pisa.
Una revisione di quanto ancora disponibile ha evidenziato la presenza unicamente di una parte dell’insieme litico, di due conchiglie marine ad uso ornamentale (Columbella rustica), tre frammenti relativi ad altrettanti strumenti in osso ed un ciottolo decorato ad incisione con soggetto zoomorfo (Di Bianco 2017).
Nonostante l’esiguità del materiale archeologico disponibile, i caratteri dell’industria litica e la presenza di elementi come il ciottolo inciso, consentono una loro attribuzione culturale all’Epigravettiano finale, fase caratterizzante la fine del Paleolitico superiore (cronologicamente compresa all’incirca tra i 13.000 ed i 10.000 anni fa), nel versante meridionale dei Monti Lattari, conosciuta anche attraverso altri siti quali Grotta del Mezzogiorno e Grotta Erica, entrambi situati in aree prossime a Grotta La Porta.
Luca Di Bianco
Bibliografia
DI BIANCO L. (2017). “L’Epigravettiano della Costiera Amalfitana: riconsiderazioni degli aspetti culturali di un’area fondamentale”. Tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali, XXVII ciclo, Università degli Studi di Ferrara, non pubblicata.
RADMILLI A.M., ROSSI A. (1956). “Ricerche preistoriche a Positano”. In. Bullettino di Paletnologia Italiana, vol. 65: 228-223.
RADMILLI A. M., TONGIORGI E. (1958). “Gli scavi nella grotta La Porta a Positano. Contributo alla conoscenza del Mesolitico italiano”. In: Rivista di Scienze Preistoriche, 13, fasc. 1-4.