Grotta Sant’Andrea (Amalfi)

Una piccola quantità di materiali litici proveniente da un contesto della Costa d’Amalfi, è conservata e parzialmente esposta nelle vetrine del Museo Archeologico provinciale di Salerno. Le informazioni in possesso sulla loro provenienza riportano ad una raccolta casuale effettuata negli anni 1940, all’interno della Grotta di Sant’Andrea di Amalfi. La cavità attualmente così denominata, è ubicata immediatamente ad ovest del centro abitato di Amalfi e si apre sulla spiaggia, tanto che risulta parzialmente invasa dal mare. Tale caratteristica rende alquanto difficile credere che si sia potuto recuperare al suo interno materiale litico preistorico in superficie.

A prescindere dalla sua effettiva provenienza, un’analisi dei materiali definiti come appartenenti a tale sito, è stata condotta negli anni 1990 da A. Ronchitelli, che contava 43 manufatti litici in selce e diaspro, di cui 16 pezzi ritoccati (grattatoi frontali, raschiatoi, punte a dorso, incavi), 1 nucleo, 2 schegge di ravvivamento, 24 pezzi non ritoccati. L’attribuzione cronologica proposta dalla studiosa, seppur con notevoli dubbi ed indicata come semplice ipotesi di lavoro, mancando elementi chiaramente diagnostici, propendeva per un generico Neolitico (Ronchitelli 1996).

Il riesame diretto degli stessi eseguito nel 2015, tenendo conto dell’esiguità dell’insieme litico originario e del fatto che più della metà dei pezzi è risultato non reperibile, non ha potuto aggiungere elementi decisivi a chiarire la loro assegnazione cronologica (Di Bianco 2017).

La tipologia degli strumenti analizzati è coerente solo con l’appartenenza al Neolitico o al Paleolitico superiore/Mesolitico. Sull’intero territorio dei Monti Lattari, il Neolitico è conosciuto attraverso pochissimi rinvenimenti, mentre il Paleolitico superiore è attestato da numerosi rinvenimenti. Ed infatti, le materie prime degli strumenti litici del sito di Grotta Sant’Andrea di Amalfi, per la maggior parte diaspro e secondariamente selce (entrambi materiali estranei ai contesti geologici del comprensorio), trovano una ottimale corrispondenza con le produzioni paleolitiche, culturalmente afferenti all’Epigravettiano finale (cronologicamente collocabili all’incirca tra i 14.000 ed i 10.000 anni fa), attestate nei vicini siti di Grotta La Porta , Grotta del Mezzogiorno e Grotta Erica.

Luca Di Bianco

Bibliografia

DI BIANCO L. (2017). “L’Epigravettiano della Costiera Amalfitana: riconsiderazioni degli aspetti culturali di un’area fondamentale”. Tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali, XXVII ciclo, Università degli Studi di Ferrara, non pubblicata.

RONCHITELLI A. (1996). “Il materiale litico proveniente dalla grotta Sant’Andrea di Amalfi”. In: Apollo, XII.