Nel territorio della Penisola sorrentina risultano scarsi ma preziosissimi i ritrovamenti di sepolture pre-romane isolate o comunque di insiemi di esse poco numerosi. Se da un alto permettono di ubicare i corrispondenti insediamenti sul territorio limitrofo, dall’altro di riferire tali testimonianze materiali alle popolazioni italiche, o meglio proto-italiche, dell’area sarnese e peninsulare. Una di queste preziose tessere è data dal rinvenimento, nel 1993 nel corso di lavori di sbancamento finalizzati alla realizzazione di un serbatoio idrico (potenziamento del campo pozzi dell’Azienda Speciale Acquedotto Municipale – ASAM-, oggi Servizi Idrici Integrati), di due sepolture di età arcaica facenti parte di un sepolcreto che non si è potuto purtroppo maggiormente indagare, in località Calcarella, all’interno del territorio di Castellammare di Stabia.
Le sepolture si trovano in un’ampia area pedemontana (97 m s.l.m.) ai confini S-E con il territorio del comune di Gragnano e non molto distante dalla stipe votiva in località Privati, posta più a monte, in relazione ad un pianoro che domina visivamente il golfo di Napoli ed è a sua volta sovrastato dai Monti Lattari (Monte Pendolo). L’ubicazione dell’area è strategica in quanto è posta in prossimità della strada naturale che si dirige a sud verso Vico Equense e Sorrento, lambendo la costa (attraverso il percorso della via Minervia) e dall’altro, tramite la valle del torrente Calcarella, s’inerpica verso Pimonte da dove è possibile raggiungere il versante amalfitano della Penisola.
La tomba 1 è a cassa monolitica in tufo cosiddetto “nocerino”, orientata in senso N-S con deposizione supina (con corredo disposto all’esterno della cassa in corrispondenza del capo e lungo il lato occidentale, mentre all’interno erano gli oggetti di ornamento personale – tre anelli e due fibule). Apparteneva ad un individuo di sesso femminile, verosimilmente giovanile (fine del VII sec. a.C.); l’altra sepoltura (tomba 2) anch’essa da attribuire ad un individuo giovanile e di sesso femminile, è coeva alla tomba 1. Il gruppo di vasi in bucchero trovato in prossimità della tomba 2 di datazione più tarda appartiene certamente ad una deposizione sconvolta. Interessanti però sono i segni graffiti sul fondo esterno del kantharos che documentano l’uso dell’alfabeto proto-italico nello stesso periodo in cui era usato quello etrusco.
Claude Albore Livadie
La Tomba n. 1 della necropoli Scanzano (da Sodo 1996b). Materiali fittili dalla Tomba 1 della necropoli Scanzano (da Sodo 1996b). Materiali fittili fuori contesto della necropoli di Scanzano (da Sodo 1996b).
Bibliografia
SODO A.M. (1996). “Notiziario Ufficio Scavi di Castellammare di Stabia” in RStPomp VII, 1995-96, pp. 201- 204.
SODO A.M. (1996b). “Il rinvenimento di due sepolture arcaiche in loc. Calcarella (Castellammare di Stabia)” in RStPomp, XX, 2009, pp. 77-86.