Il piccolo museo del Centro Caprense “Ignazio Cerio”, ente morale che conta anche una biblioteca ed una galleria, conserva nelle sue sale espositive e nei depositi, splendide collezioni di carattere geologico, paleontologico ed archeologico. Inaugurato nel 2000, dopo un lungo lavoro di catalogazione e sistemazione, ha mantenuto attraverso l’utilizzo degli spazi dell’abitazione dello stesso I. Cerio, affacciata sulla famosissima piazzetta di Capri, e le teche progettate dal figlio di questi, Edwin, l’atmosfera ed il fascino dell’epoca.
Il medico abruzzese che, nella seconda metà del 1800, si trasferì a Capri per esercitare la sua professione, con la sua profonda curiosità ed indubbia capacità di muoversi con competenza in altri campi, fu la persona che maggiormente contribuì a svelare il grande patrimonio archeologico, soprattutto preistorico, che l’isola custodiva, accanto alle ben conosciute e grandi testimonianze dell’età romana. Proprio ad Ignazio Cerio si deve infatti la scoperta del sito di Grotta delle Felci, che nel tempo diverrà un importantissimo riferimento della preistoria del Mediterraneo, dell’area di scheggiature dell’ossidiana de Le Parate, dalla quale si è evinto il ruolo che Capri ricopriva nei traffici marittimi commerciali nel Neolitico, del giacimento pleistocenico dell’Hotel Quisisana, altro fondamentale sito tra i più antichi della regione. La sua instancabile attività, rivolta a svariati ambiti e da intendere sia come raccolta diretta di materiale che come acquisizione di oggetti da altri studiosi, portò alla costituzione di un museo familiare che sarà poi il nucleo fondante dell’attuale spazio espositivo.
Nella sala dedicata alla storia geologica e paleontologica di Capri, oltre a numerosi fossili e rocce presenti, è possibile vedere anche i resti ossei rinvenuti nel 1905 durante la costruzione di una parte dell’Hotel Quisisana e relativi ad una peculiare fauna qui presente tra i 250.000 ed i 150.000 anni fa. La successiva sala offre una ottima sintesi della ricchezza della preistoria e della protostoria del territorio, attraverso l’esposizione di alcuni strumenti litici acheuleani di epoca paleolitica, rinvenuti contestualmente ai resti faunistici summenzionati; manufatti in ossidiana recuperati in varie zone dell’isola ed i materiali della Grotta delle Felci (vasi dipinti, macine e macinelli tinti di ocra, ciottoli dipinti ed altro), documentano la consistente presenza umana del periodo Neolitico medio e finale, nonché dell’Eneolitico e dell’Età del Bronzo. Nella sala dedicata all’archeologia classica trovano posto materiali di epoca romana del luogo, principalmente di epoca imperiale. La sala di biologia, dove i reperti animali e vegetali sono organizzati secondo un allestimento che segue i criteri del collezionismo ottocentesco, chiude il percorso espositivo.
Luca Di Bianco